La ricerca di una origine emotiva è il concept che ha mosso il chitarrista Alessandro Girotto
in questo disco alla guida del suo nuovo quartetto.
Il gruppo è formato, oltre che da Girotto in una veste quasi esclusivamente elettrica, dal
pianista Vittorio Solimene, da Stefano Cesare al contrabbasso e dal batterista Lucrezio de Seta, musicisti che hanno dato un apporto fondamentale alle composizioni proposte,
cogliendo in pieno l’ idea artistica di base, in grado di portare le partiture ad un ascolto fluido e scorrevole, anche quando la scrittura propone percorsi complessi e inquieti.
Fluidità ed immediatezza emergono nel lirismo e nella intensità con cui il pianista Vittorio Solimene snoda i suoi assoli, nel drumming creativo e originale di Lucrezio De Seta e nel contrabbasso incalzante e puntuale di Stefano Cesare, malgrado le volute asimmetrie che caratterizzano molte composizioni.
Nel suono e nel solismo Alessandro Girotto si avventura e ritorna verso territori vicini ad un certo rock o a musiche di confine, dove affiorano i riferimenti espressivi e le origini emotive a cui si fa accenno. Echi che rimandano alla propria personale colonna sonora, a quelle musiche dimenticate nel tempo, apparentemente rimosse, a cui in realtà si rimane sempre legati e dalle quali Girotto si è lasciato ispirare per le composizioni di questo disco. I tempi dispari, le modulazioni non preparate, gli improvvisi cambi di atmosfera riportano alla spontanea incoscienza di alcune produzioni musicali di cara memoria. Nessuna citazione del passato però. Non era nelle intenzioni del quartetto, che infatti rimane immerso nella contemporaneità con quella curiosità doverosa verso le nuove produzioni ed i nuovi linguaggi, dando vita ad un disco attuale, lirico ed articolato. Così nasce questo progetto, che grazie alla sensibilità dei musicisti che lo compongono, ha superato la sfida di non cedere alle ingombranti spinte delle consuetudini ma di spingersi oltre affidandosi all’ istinto oltre che alla consapevolezza.