Tre musicisti provenienti da esperienze musicali e professionali molto diverse tra loro uniti da un comune desiderio: fare musica per il semplice piacere di farla, suonarla e vederla maturare liberamente, con calma, reiterandola nel tempo, lontani da logiche produttive e sopra ogni cosa, assecondando quel “basic insinct” spesso tenuto a freno come atto di fede
verso uno stile defnito.
Dalle iniziali Jam Session il trio ha intrapreso un percorso svincolato da ogni defnizione di genere, lasciando alla musica la possibilità di defnirsi da sola, e fuori da ogni previsione in corso d’ opera si è presto manifestata una tendenza Prog/Rock sperimentale dal sound luminoso e spontaneo che il fltro dalle individuali conoscenze in ambito Jazz ha arricchito armonicamente senza però complicare il fusso musicale, fungendo anzi da pretesto per liberarsi ancora.
L’ intestazione del concerto prende il nome da un brano di Frank Zappa, un compositore che è stato l’ emblema della trasversalità stilistica e che tra l’ altro, con il Jazz ha avuto poco a che fare, ma “Jazz from Hell” rappresenta proprio quel recinto senza confni che dovrebbe essere l’ unico punto di riferimento di un componimento artistico. Da far impallidire i puristi,
come è giusto che sia!
Il repertorio è composto in gran parte da musiche di Alessandro Girotto ma ci sono anche un paio di brani del chitarrista americano Mike Stern e del grande Adrian Belew, utilizzati inizialmente per “jammare” ma poi rimasti in scaletta per la loro caratteristica brillante e potente. Non mancano infne delle virate verso luoghi della memoria cari e nascosti che riafforano da un paio di riletture di quelle colonne sonore marcate Rai anni ’70 che torneranno ad essere ricordate da chi, come nel caso degli Alphabet, ne è stato imbevuto molti millenni fa.
Clip preview : https://youtu.be/feC_vhtDmkQ